sabato, novembre 05, 2005

NO HAY OLVIDO (SONATA) Pablo Neruda (RT)



SI me preguntáis en dónde he estado
debo decir "Sucede".
Debo de hablar del suelo que oscurecen las piedras,
del río que durando se destruye:
no sé sino las cosas que los pájaros pierden,
el mar dejado atrás, o mi hermana llorando.
Por qué tantas regiones, por qué un día
se junta con un día? Por qué una negra noche
se acumula en la boca? Por qué muertos?

Si me preguntáis de dónde vengo, tengo que conversar con
cosas rotas,
con utensilios demasiado amargos,
con grandes bestias a menudo podridas
y con mi acongojado corazón.

No son recuerdos los que se han cruzado
ni es la paloma amarillenta que duerme en el olvido,
sino caras con lágrimas,
dedos en la garganta,
y lo que se desploma de las hojas:
la oscuridad de un día transcurrido,
de un día alimentado con nuestra triste sangre.

He aquí violetas, golondrinas,
todo cuanto nos gusta y aparece
en las dulces tarjetas de larga cola
por donde se pasean el tiempo y la dulzura.

Pero no penetremos más allá de esos dientes,
no mordamos las cáscaras que el silencio acumula,
porque no sé qué contestar:
hay tantos muertos,
y tantos malecones que el sol rojo partía,
y tantas cabezas que golpean los buques,
y tantas manos que han encerrado besos,
y tantas cosas que quiero olvidar.

SONO PAGANA , Selena Fox

Rata Blanca. La leyenda del hada y el mago




Io sono pagana. Sono parte della natura. Le rocce, gli animali, le piante, gli elementi sono miei parenti. Gli esseri umani sono mie sorelle e fratelli, qualunque sia la loro razza, colore, genere, età, nazionalità, religione, stile di vita. Il pianeta Terra è la mia casa. Sono solo parte di questa grande famiglia che è la natura, non la sua padrona. Ho il mio speciale compito da assolvere nell’immenso ingranaggio universale e cerco di scoprire e adempiere questo ruolo al meglio delle mie capacità. Cerco di vivere in armonia con gli altri nella grande famiglia della natura, trattando tutti con rispetto.

Io sono pagana. Celebro il mutare delle stagioni durante festività con canti, balli e rituali ed in altri modi ancora. Festeggio ogni giro della Terra intorno al Sole e parti di esso con pratiche spirituali personali e partecipando a festeggiamenti collettivi:

· Il mese di novembre (in coincidenza con la festività di Halloween) è un momento per scrutare nel futuro e per rendere omaggio agli antenati e ad altre persone care che ci hanno lasciati. Pratico la magia, pregando ed invocando le forze positive dell’Universo, anche per favorire una maggiore libertà religiosa per tutta l’umanità.

· Il Solstizio d’inverno è una festa della pace e una celebrazione del crescere della luce solare. Onoro il Sole nascente bruciando il ceppo natalizio di legna di quercia in un fuoco sacro. Onoro la divinità della natura nei suoi numerosi aspetti, la grande madre Terra e il grande padre Cielo. Decoro la mia casa con luci e con agrifoglio, edera, vischio, sempreverdi e altre erbe sacre a questa stagione. Suono le campanelle all’inizio del nuovo anno solare.

· All’inizio di febbraio celebro la Candelora, nota agli americani contemporanei come il “Giorno della marmotta”. In questo periodo mi concentro nella purificazione spirituale e nella rimozione degli ostacoli, per prepararmi all’arrivo della primavera e quindi a nuova crescita. Durante questa festa accendo candele che ispirino i miei lavori artistici e mi guidino nelle mie pratiche salutari. Faccio offerte di semi agli uccelli selvatici.

· Nel periodo dell’Equinozio di primavera dò il benvenuto alla ripresa della stagione e celebro il rinverdimento della Terra vestendomi di verde io stessa. Coloro le uova, simbolo di nuova vita, con gli amici e costruisco con la mente occasioni per un nuovo sviluppo.

· L’inizio di maggio è la festa della fertilità e del divertimento. Indosso colori brillanti e metto una ghirlanda di fiori tra i capelli. Danzo intorno ad un palo cinto di fiori per celebrare i giardini e i progetti creativi umani e salto il falò come augurio di buona fortuna.

· Il periodo del Solstizio d’estate, conosciuto pure come mezza estate, è un periodo di grandi riunioni, in cui saluto vecchi amici e ne conosco di nuovi. Danzo con loro intorno ad un falò sacro al magico ritmo dei tamburi. Onoro la mia comunità spirituale, la mia tribù. Celebro la cultura pagana, che ricerca utili insegnamenti nelle forze e nelle leggi della natura e da cui trae anche vigore e prosperità. Aggiungo pietre al Cerchio sacro di roccia nella terra del Santuario del Circolo pregando per l’armonia e il benessere planetari.

· Quando arriva agosto celebro il raccolto con una grande festa. In questa occasione onoro il culmine dell’estate e la prosperità. Rendo grazie per le piante selvatiche e per quelle coltivate e per l’immensa fortuna della loro fruttificazione e prego anche per una costante abbondanza. Spezzo e mangio il pane con gli altri nel rituale e offro il pane e l’erba alla dea ed al dio ispiratori dell’agricoltura.

· L’Equinozio d’autunno è il momento del ringraziamento per tutti i frutti che ho raccolto durante il periodo della crescita. Ringrazio per il cibo che ho ricevuto dai frutteti e dai campi e per gli altri doni che sono giunti nella mia vita. Restituisco, in una sacra offerta alla madre terra, il meglio della frutta, della verdura, delle erbe, delle noci e di tutti i cibi che ho raccolto.

· Ai primi di novembre la ruota dell’anno ricomincia.

Io sono pagana. Onoro le stagioni della vita: la nascita, la crescita, la fruttificazione, la raccolta, il compimento, il riposo e il nuovo inizio. La vita ruota realizzando molti cicli. Per ogni fine c’è un nuovo inizio. Nella morte c’è implicita la promessa della rinascita.

Io sono pagana. Vedo i cicli del cambiamento e del rinnovamento compiersi non solo all’interno del percorso della mia vita, ma anche in un passato a me precedente. Vedo la mia vita collegarsi alle vite dei miei antenati. Essi sono parte di me. L’antica saggezza del rinnovamento della natura e del ciclo perpetuo della vita è profusa nei loro simboli e motti.

Io sono pagana. Il cambiamento consapevole è parte della mia spiritualità. Per ogni problema esiste almeno una soluzione disponibile, così pure un’opportunità di crescita. Io creo la mia realtà con i miei pensieri, emozioni ed azioni. Perseguo sempre un retto comportamento, sapendo che qualunque cosa faccio, essa tornerà sempre a me. Cerco di conformarmi all’insegnamento magico basilare: “Senza nuocere ad alcuno, fa’ pure ciò che desideri”. Mi sforzo di lavorare per il meglio, per gli altri allo stesso modo che per me stessa. Quando incontro dei problemi lungo la mia strada, cerco di capirne l'origine e di recepirli come parte integrante della soluzione, come stupende occasioni per migliorare le mie capacità. Nel compiere le mie pratiche curative cerco di indirizzarmi verso le cause spirituali profonde dei disagi, piuttosto che focalizzarmi solo sulla cura dei sintomi.

Io sono pagana. Pratico la magia ricorrendo anche alla Luna, per aiutare e curare gli altri, me stessa ed il Pianeta. Il triplice simbolismo della luna mi guida. Attivo gli inizi nel primo quarto di luna, stimolo le manifestazioni durante il plenilunio e dissipo gli ostacoli con il decrescere della luna e il sopraggiungere del buio. Compio rituali nel momento della luna nuova e so che i cerchi magici da me disegnati hanno per corrispondenti gli immensi cerchi, le orbite descritte dalla Terra e dagli altri pianeti.

Io sono pagana. Io abbraccio il Panteismo: ho la consapevolezza che l'essenza misteriosa della vita, il principio divino è in ogni luogo e in ogni cosa. Onoro gli alberi di quercia nella foresta, l’erba del giardino, gli uccelli selvatici che cantano sugli alberi, gli affioramenti di roccia sul pendio, me stessa e, sì, anche le “cose”, come le automobili, le macchine fotografiche ed i computer. Comprendo che ogni cosa materiale ha anche uno stupendo significato spirituale. Ciò che è fisico e ciò che è spirituale è profondamente interconnesso in questo mondo.

Io sono pagana. So che l’essenza divina della vita ha molte facce e sperimento ciò attraverso la varietà di dee e dei ed altre forme spirituali ancora. Onoro anche l’essere uno della divinità, l’unità del tutto. Le mie esperienze personali con gli dei, le dee e le altre forme divine che uso per simboleggiare le forze della natura hanno trasformato e arricchito la mia vita. Ad ognuna di esse do un nome. Ecate mi apparve in occasione di una morte per insegnarmi il distacco e la rinascita; Selena della luna piena mi porta visioni lontane; il sacro Sole stimola la mia energia; Yemaya dell’oceano mi purifica e rinnova. Ascolto Pan suonare il flauto nelle foreste. Dionisio risveglia dentro di me le gioie della spontaneità e l’estatica beatitudine insegnandomi anche i misteri dell’androginia. Ho sperimentato l’eterna, divina unione del principio universale femminile col maschile mentre facevo l’amore col mio compagno nei prati. Il tiglio mi ha aiutata ad approfondire le mie relazioni con i miei amici gatti. Cernunnos mi è apparso nella foresta sotto forma di cervo. Isis mi ha parlato in scrosci di radiosità nella profondità della notte e in flussi di energia attraverso le mani, nel compiere pratiche di guarigione. Saturn mi ha dato lezioni di disciplina e di agricoltura organica. La dea Libertà mi protegge, poiché lavoro affinché essa si spanda nel mondo. La madre terra guida il mio lavoro. Faccio esperienza del divino scolpendo totem di animali, piante ed altre forme, così pure durante il sogno, nei viaggi guidati nel profondo e mentre cerco la visione, sola nella mia solitudine.

Io sono pagana. Le mie pratiche spirituali includono sia l’autoaccettazione che la comprensione altrui. Condivido i miei punti di vista con gli altri quando sento che ciò è opportuno, ma non faccio proselitismo, riconoscendo che il mio modo di vivere non è realmente giusto per tutti. Sono infiniti i sentieri che conducono sulla cima della montagna della comprensione spirituale, non uno soltanto.

Io sono pagana. Il mio culto assume la forma della comunione divina con la natura. Come parte del mio credo, ho fondato e custodisco una riserva naturale sacra, il Santuario del Circolo. Lì compio rituali in posti particolari, come in un cerchio di pietra in cima ad un sacro monticello; sulla roccia alta sopra le valli; nel magico giardino rotondo; sugli altari all’aperto; all’interno del tempio; nei vecchi rifugi di roccia arenaria, dove dimoravano gli antichi che vivevano su questa terra migliaia di anni fa.

Io sono pagana. Viaggio per il mondo immateriale durante i miei sogni, le meditazioni ed i riti. Uso strumenti, cui attribuisco grande importanza e per questo definisco sacri, che sono simboli delle energie che intendo evocare, perché mi aiutino nei miei viaggi e nelle mie pratiche. Mi libro con la fantasia attraverso il tempo e lo spazio. Esploro altri scenari che non quelli in cui si trova il mio corpo fisico e poi ritorno da essi con l’intuito, la conoscenza e la forza. Vado attraverso mondi immaginari per propiziare guarigioni, crescite, trasformazioni. La percezione intuitiva, psichica, è una parte naturale, solita, della mia vita quotidiana.

Io sono pagana. Sono in armonia con i quattro elementi fondamentali rappresentanti la natura: terra, aria, fuoco, acqua e con il quinto elemento, il misterioso spirito, l’inafferrabile energia che tutto forma. Vedo questi elementi nella natura: la terra nel suolo e nelle rocce; l’aria nei venti e nell’atmosfera; il fuoco nel farsi luce, nelle fiamme e nell’elettricità; l’acqua nelle sorgenti, nei fiumi, negli oceani, nella pioggia e nelle altre acque del pianeta; lo spirito come misteriosa essenza unica dell’Universo. Vedo questi elementi anche come aspetti dell’individuo: il corpo fisico è la terra; l’intelletto ed i pensieri sono l’aria; la volontà e le azioni sono il fuoco; le emozioni ed i sentimenti l’acqua; l’io più profondo, l’anima, è lo spirito. Mi impegno nel cercare di mantenermi sana ed in equilibrio tra tutte queste forze. Così pure opero a favore del ripristino dell’equilibrio degli elementi nell’ambiente che mi circonda.

Io sono pagana. Ascolto le grida della madre terra, sconvolta dai danni compiuti sulla sua superficie, all’ambiente, dalla razza umana. Sono preoccupata per l’inquinamento dell’aria, del suolo, delle acque e per i giochi di potere portati avanti dalle nazioni con il lancio di missili nucleari ed altre armi di distruzione di massa. Sono altrettanto preoccupata per il degrado spirituale sul pianeta: egoismo, odio, avidità di potere o di denaro, devianza, violenza, disperazione. Eppure, in questi stessi problemi percepisco anche il processo di purificazione che si sta compiendo sul pianeta. Sono consapevole del fatto di poter essere utile, almeno per un piccolo contributo, nel portare il pianeta ad una maggiore armonia, cercando di rendere equilibrata la mia stessa vita, favorendo l’equilibrio nelle vite altrui e lavorando per migliorare l’ambiente. Il mio impegno pratico di responsabilità globale (personale, sociale, ambientale) è un aspetto della mia vita quotidiana.

Io sono pagana. Cogliere l’essenza profonda della natura, comprendere le leggi che la governano è la mia religione e fondamento stesso della mia vita. La natura è la mia guida spirituale, il mio libro sacro. Sono parte della natura e la natura è parte di me. La comprensione dei misteri più profondi della realtà cresce man mano che procedo nel mio cammino spirituale.

CHAVEZ Y FIDEL en la CONTRACUMBRE Mar del Plata noviembre 04






Castro se comunicó telefónciamente con su par venezolano para expresarle su emoción al ver el Tren del Alba. "Amaneció viendo el tren por televisión, la marcha y este día histórico aquí en Mar del Plata", contó Chávez y agregó: "Me encargó que los saludara, y aunque físicamente no está aquí, está con nosotros".

"Después te llamo, -porque él se guinda en el teléfono y habla 3 horas- vamos a despedirnos", fue lo que dijo Chávez a su amigo cubano

"Le digo como siempre: ´Hasta la victoria siempre: patria o muerte, venceremos. ¿Y saben cómo se despidió?", preguntó al público Chávez.

"Le oí la voz muy emocionada, la voz le sonó como un trueno que cruzó el Caribe, el Orinoco, el Amazonas, el Río de la Plata y llegó aquí. Me dijo: ´Chávez, viva el Che, carajo´."

EMBRIÁGUENSE de Charles Baudelaire



Hay que estar ebrio siempre. Todo reside en eso: ésta es la única cuestión. Para no sentir el horrible peso del Tiempo que nos rompe las espaldas y nos hace inclinar hacia la tierra, hay que embriagarse sin descanso.

Pero, ¿de qué? De vino, de poesía o de virtud, como mejor les parezca. Pero embriáguense.

Y si a veces, sobre las gradas de un palacio, sobre la verde hierba de una zanja, en la soledad huraña de su cuarto, la ebriedad ya atenuada o desaparecida ustedes se despiertan pregunten al viento, a la ola, a la estrella, al pájaro, al reloj, a todo lo que huye, a todo lo que gime, a todo lo que rueda, a todo lo que canta, a todo lo que habla, pregúntenle qué hora es; y el viento, la ola, la estrella, el pájaro, el reloj, contestarán:
“¡Es hora de embriagarse!
Para no ser los esclavos martirizados del Tiempo,
¡embriáguense, embriáguense sin cesar!
De vino, de poesía o de virtud, como mejor les parezca.